L’ATELIER

La Fondazione ha come sede e fulcro della sua attività l’Atelier Titta Ratti, un piccolo centro culturale polifunzionale ricavato nel vecchio asilo infantile di Malvaglia, edificio costruito tra il 1900 e il 1901 per volontà degli emigrati malvagliesi. Lo stabile, di proprietà comunale, ampliato e trasformato per le sue nuove funzioni dall’architetto Edy Quaglia, è stato inaugurato nel 2012. Le caratteristiche architettoniche del vecchio asilo (la facciata simmetrica con il caratteristico timpano; le scale in pietra sul lato settentrionale, le due grandi aule) sono state mantenute. Un nuovo corpo in cemento armato, aggiunto con discrezione sul retro, risponde alle necessità odierne della Fondazione: la conservazione della memoria materiale, delle opere e dell’archivio di Titta Ratti e dei suoi amici artisti e la promozione artistica e culturale (esposizioni, incontri e conferenze, attività creative ecc.). Il bovindo sulla facciata, che racchiude ed evidenzia l’Adolescente in lettura, segnala la nuova destinazione dello stabile.

LA FONDAZIONE

Il 27 gennaio 1997 il Consiglio comunale di Malvaglia accettava il lascito che Titta Ratti, morto nel 1992, aveva destinato al comune di origine. Il lascito consisteva nel complesso delle opere (gessi, marmi, bronzi, disegni) conservati nello studio ricavato presso la casa paterna e in una modesta somma di denaro destinata a creare un’istituzione museale; nella stessa seduta il Consiglio comunale invitava il Municipio a valorizzare questo patrimonio. Dando seguito a questi intendimenti, il Municipio incaricava una speciale commissione di allestire una prima catalogazione dei materiali ricevuti; nell’autunno del 2002 presso la Casa Cavalier Pellanda di Biasca e a Malvaglia si apriva un’esposizione che, per la prima volta, presentava in maniera organica l’opera di Titta Ratti. Il 28 novembre 2002 Elisa Ratti, l’ultima sorella dello scultore, decise di legare l’intero suo patrimonio, le opere del fratello e dei suoi amici ancora in suo possesso, l’archivio e i documenti, alla comunità di Malvaglia. Il 22 dicembre 2002, dopo breve malattia, Elisa moriva: adempiendo alle sue disposizioni testamentarie, nel 2003 fu formalmente costituita la Fondazione Elisa e Titta Ratti avente lo scopo di valorizzare l’opera e la figura di Titta Ratti, di favorire lo sviluppo della cultura artistica delle valli superiori e di sostenere l’attività dei giovani artisti.

ATTUALE

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OPERE

Titta Ratti

BIOGRAFIA

Titta Ratti

Battista Ratti, detto Titta, nacque a Milano il 25 febbraio 1896. Il padre, originario di Malvaglia, possedeva un negozio di verdure in Via Montenapoleone. Il giovane Titta, dopo un apprendistato di orafo, si iscrisse nelle Scuole di Arti Industriali del Castello Sforzesco di Milano per poi entrare, nel 1919 nell’Accademia di  Belle Arti di Brera, dove ebbe come maestri il pittore Ambrogio Alciati e lo scultore Ernesto Bazzaro. Terminati gli studi accademici, nel 1923, iniziò la sua carriera modellando i monumenti ai caduti della Grande Guerra di Broni (1924) e di Besnate (1925) e alcune tombe nel cimitero monumentale di Milano. Vinse le borse di studio federali nel 1930 e 1931. Nel 1940 rientrò in Ticino, stabilendosi presso la casa paterna di Malvaglia, partecipando attivamente alla vita artistica cantonale, pur mantenendo stretti e continui contatti con la capitale lombarda dove mantenne uno studio. Nel 1952 eseguì il bassorilievo in granito Il Mito di Iris sul Palazzo delle Poste a Lugano, senza dubbio la sua opera più conosciuta. Titta Ratti morì a Malvaglia il 2 febbraio 1992. Sue opere sono conservate presso i musei ticinesi, nelle collezioni del Canton Ticino e della Confederazione, in numerosi cimteri, e soprattutto presso l’Atelier Titta Ratti di Malvaglia, nel comune di Serravalle in Val di Blenio.

BIOGRAFIA

Elisa Ratti

Elisa Ratti nacque a Milano il 5 marzo 1908, ultima figlia di Angelo e Teresa Ratti. Dopo aver soggiornato a Parigi lavorando presso ristoranti appartenenti alla famiglia della sorella Isabella, tornò in patria nel 1940, due giorni prima dell’invasione nazista. Dal 1945 si impiegò presso lo storico ristorante Corona di Bellinzona; dal 1954 assunse la funzione di aiuto del buralista postale a Malvaglia, impiego che mantenne fino al 1977. Donna dalla forte personalità, fulcro della vita famigliare, accudì e sostenne sempre, con solerte attenzione, l’attività artistica del fratello Titta cui fu particolarmente legata, condividendo con lui anche la passione per la montagna. Morì, dopo breve malattia, il 22 dicembre 2002. A lei si deve la costituzione della Fondazione che porta anche il suo nome.

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